domenica 10 luglio 2011

La peggior storia mai scritta - (carte estratte: 10 6 2)



C'era una volta un cantastorie senza talento, che girava di piazza in piazza per recitare tutte le avventure che nascevano dalla propria penna.
Ma un giorno si convinse che le sue storie, fossero le peggiori mai raccontate.
Beh! da un simile pensiero non può che non nascerne una crisi, e seppur la cosa che lo rendeva più felice fosse raccontare dei suoi mondi, decise di non scriverne mai più.

Depresso però, continuò a girare di piazza in piazza, fermandosi ad ascoltare tutti gli altri cantastorie che trovava di gran lunga superiori a sé.
Il nostro sempre più corrotto dall'invidia, ammattiva su quale fosse il segreto per comporre una buona storia, perché pareva proprio che la sua sola passione non fosse un ingrediente abbastanza importante.
Un giorno, dopo aver subito l'ennesima sconfitta morale, per aver sentito una delle più belle storie mai raccontate, quell'inetto, decise di forarsi entrambi i timpani delle orecchie con la punta della propria penna, per non dover mai più sentire racconti così soavi; ma mentre si mise in disparte in un vicolo buoi, pronto a compier quell'estremo sacrificio in tutta solitudine, la voce di una donna alle sue spalle lo fece trasalire.
- Ma che fai amico? La penna mica parla che te l'appoggi all'orecchio!
Gli disse una donna piccina sbucata da chissà dove.
- Ah! sono un uomo fallito! uno scrittore che a dire il vero non ha mai saputo scrivere… ed ora che l'ho capito, ho deciso di non sentire mai più alcuna storia.
Quella lo guardò scoppiando a ridere.
- Tu che hai un così gran talento hai deciso di farla finita? Son bravi tutti a scriver belle storielline; ma tu potresti davvero scrivere la peggior storia mai concepita se ti ci mettessi d'impegno.

La peggior storia mai scritta? Anche se sembrava folle poteva funzionare! Per lo meno avrebbe eccelso in qualcosa quel poveretto.
Così negli anni a venire ci si mise d'impegno, cercò di creare la più stupida combinazione, sperimentò sul privar di senso i propri versi, rese gli intrecci banali, creò personaggi sciapi, eroi sopra le righe e cattivi poco intriganti.
Ma si accorse che non bastò, così cominciò ad estrarre parole a caso, mettendole in fila e scrivendole in brutta calligrafia, così da non poterne più ritrovare neanche il senso una volta rilette.
E nonostante tutto fallì miseramente, ci passo anni a fare prove blasfeme, standoci tutta la vita ad inseguire il sogno di scrivere la peggior storia mai concepita; ma purtroppo, ironia della sorte, al cantastorie e al suo pubblico, tutte quelle storie continuavano a sembrar fin troppo belle.

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