domenica 6 febbraio 2011

Quanti sono i mattoni della città d'oro? - (carte estratte: 19 20 4)



Era impresa ardua contare di quanti mattoni d'oro fosse fatta la città oltre il fiume.
Di giorno il sole vi batteva forte e ne rifletteva una luce tale che era impossibile volgere gli occhi in quella direzione.
La notte le fitte nebbie che si sollevavano dalle acque che circondavano la città, la celavano in egual misura allo sguardo di chiunque si sentisse in grado di indovinarne il numero.
Mattone su mattone, strato su strato da sempre la città d'oro – così era stata chiamata in un patetica mancanza di fantasia – rappresentava un enigma per chiunque ne avesse voluto scoprire il segreto.
Era sempre stata là come un sole gemello sulla terra, ne si poteva scorgere il fulgore anche da molto lontano, e se aveste voluto raggiungerla partendo da oltre le montagne, come un faro diurno il bagliore vi avrebbe guidato sino a lei.
Attraversando prima le valli, poi i deserti, oltre i mari e tutte le pianure conosciute, fino al fiume che la separava dalla terra ferma e che le faceva da anello intorno, per voi sarebbe stato un lungo viaggio.
E fu proprio al fiume che due fratelli si ritrovarono per provare a risolvere una volta per tutte il mistero del numero dei mattoni.
Erano gli ultimi discendenti di una famiglia nobile d'animo, che da centinaia di generazioni aveva provato a risolvere l'arcano.
Ma si sa, che la speranza pervade i pensieri di ogni uomo, guidandolo a percorrere inevitabilmente strade già battute.
Sfidare la corrente del corso d'acqua era a detta di tutti un'impresa impossibile, e a dimostrarne questa tesi vi era il fiume.
Ogni tentativo non veniva perso per sempre, anzi veniva riproposto all'infinito agli occhi di chi si impegnava nell'impresa, perchè il fiume che procedeva tutto intorno alle mura era un anello che ruotava sempiterno senza sbocco sul mare, e dalla riva opposta alla città, si poteva scorgere trasportato dalla corrente, ogni singolo marchingegno che avesse provato a guadarlo e ogni singolo animo nobile che vi avesse creduto.
Tronchi di legno legati con corde di canapa, catapulte, trampoli, preghiere e dighe per deviare la corrente, non furono idee abbastanza efficaci per giungere sull'altra riva, e venivano trasportate dalla corrente a ciclo continuo, insiema al padre dei fratelli, al padre del padre, al nonno del padre del bisnonno del trisavolo del padre di quell'altro nonno, che mentre ormai da centinaia di anni sbracciavano in quelle acque per non affogare, cacciavano consigli a chi si apprestava a compiere l'impresa.
Non sempre le frasi che gridavano ai nuovi arrivati sulla riva erano chiare, perchè trasportati dalla corrente, solo per un breve periodo potevano essere seguiti nel discorso.
- Provate con della legna più spessaaaaa...
- Costruite una nave più grannnnn...
- Più in alto! Saltate più innnnn...
E alla fine il nuovo arrivato con il marchingegno messo a punto, finiva inevitabilmente per far parte di questo carosello.
Torniamo dunque ai nostri cari fratelli, che si scervellavano ormai da settimane su quale fosse il modo migliore per superare il fiume, ma gli antenati le avevano provate ormai tutte, che forse sarebbe convenuto esser nato qualche centinaio di anni prima, almeno qualche cosa avrebbero combinato.
Si, in quel caso probabilmente sarebbero finiti nel fiume a galleggiare all'infinito, a dar consigli finchè la voce reggeva, ma almeno si sarebbero levati il fastidio, di essere gli ultimi arrivati senza la benchè minima idea di cosa doversi inventare di nuovo, visto che le opzioni sembravano esaurite.
Allora ad uno dei due venne un'idea, e senza fare troppe parole fece un balzo lungo, cercando di saltare da un oggetto galleggiante ad un altro, come se fosse una sorta di ponte smozzicato qua e là, tanto ormai di legna in quel fiume ce n'era già abbastanza.
Ma fatti 10 balzi, finì tutto bagnato e cominciò a galleggiare in tondo, aggiungendosi al marasma.
E di li in poi gli antenati giù a rimproverarlo.
- Ma non fai attenzioneeeee, il trisavolo del nonno del cugino del parente terzoooo, usò la stessa tecnicaaaaa...
- Più in alto! Saltate più in altoooooo! Che genere di significato credi che abbiaaaaa...?
-Ci vuole più ingengno, l'avevo detto, barche più grosseeeee, tronchi più grossiiiiii...
Il fratello rimasto che per fortuna era sordo, decise di tentare l'ultima, perchè non aveva neanche figli da sperare che si gettassero nell'impresa.
Così si avvicinò all'acqua resa inquieta da tutte quelle cose che vi sbracciavano dentro e cominciò a soffiare dolcemente, delicatamente, piano... piano... sino a chetare la corrente, manco fosse una fiammella di candela e l'acqua fu allora ferma.
Le voci si erano zittite, gli animi si era calmati lasciando strada allo stupore, poi volse le spalle alla città d'oro, perchè sapeva che attraversare il fiume avrebbe generato nuove onde.
Il nonno uscì dall'acqua, il bisnonno del trisavolo si asciugò le mutande, il padre del parente del quinto si strizzò la giacchettina e uno ad uno misero i piedi sulla terraferma, al di qua del fiume.
La città d'oro rimase immacolata, il numero dei mattoni un mistero che alimentò per ancora molte centinaia di anni le dicerie su quanti davvero fossero e tutti gli antenati levarono finalmente le membra dalla gelida corrente.