venerdì 9 settembre 2011

I tiri mancini del giovane sovrano - (carte estratte: 4 20 1 - tiraggio di Valeria M.)



Cosa fa di un anziano sovrano, un anziano sovrano?
Il fatto di essere stanco di essere anziano.
Che se fosse sovrano senza essere anziano, raccoglierebbe per se molto più godimento da una vita di comando senza impedimento.
E come tutti anch'egli sapeva che è destino comune che tocca al povero come al ricco, che prima o poi ti annoi sin tanto che morte ti coglie per vizio.
Fatto sta' che se sei sovrano però, ti accade almeno una qualche piccola intercessione: che la tua posizione più alta degli altri, ti permette di esser meglio ascoltato dalle cerchie esterne del regno celeste.
Grazie a questa circostanza, già che le parole devon fare meno strada, il nostro sovrano annoiato si ritrovò a chieder ad un angelo di passaggio, di poter riporre nell'armadio la sua vecchierellezza.
L'angelo che per natura non si tira mai indietro da estendere indulgenze al di là del suo cielo, accordò al nostro anche questa concessione.
- Quando il sole ti sarà dinnanzi rimarrai sovrano annoiato, per impegno e allegrezza del tuo popolo; ma al calar di esso potrai rallegrar te stesso come fu un tempo.
La grazia era bell'e fatta.
Ed il sovrano per tutto il giorno rimase così allegro in attesa della sera, che quello sarebbe già bastato a non farlo sembrare così vecchio.
Poi quando anche l'ultimo raggio del padre sole si ritirò oltre i torrioni del castello, tutte le rughe e gli acciacchi si sciolsero in un giovinetto.
Il sovrano ritornato allegro e senza rughe cominciò così a correre per tutte le stanze del castello, finché il fiato glielo permetteva, e a far di quelle capriole che nemmanco una scimmia se le sarebbe mai immaginate, facendo sollevare come fosse egli stesso una girandola, tutte le sottane delle cortigiane del regno.
Mangiò di gusto dalla dispensa ogni ben di Dio, sfidò ogni singolo cavaliere in armatura facendolo capitombolare con la sua spada nuova di zecca, e andò avanti in questo modo fino al mattino.
Tra le lenzuola soffici, il sole porse i suoi omaggi all'anziano sovrano, che come destatosi da un sogno, si chiese se ciò che vagamente ricordava fosse davvero sepolto al di sotto delle sue stesse rughe.
Poi per tutta la giornata ne ebbe riprova, ricevendo elogi ed abbracci da tutti i cuochi che si complimentarono con lui per l'appetito dimostrato in quella notte; da tutti i cavalieri che con onore erano finiti gambe all'aria, e da tutte le cortigiane che tali girandole non ne avevano mai viste in una vita intera.
L'anziano seppur non ricordasse bene cosa fosse successo, si colmò l'alma di gioia e impaziente aspettò la notte successiva.
Non è però da me annoiarvi con troppi dettagli, fino a farvi diventare vecchi, e per restar nel succo vi dico, che per molti mesi quel giovinetto ebbe di che divertirsi notte dopo notte, ma poi si sa che giovinezza e vecchierellezza insieme non possono andar d'accordo per troppo tempo.
Il giovane cominciò a trovar troppo noioso quel vecchio che gli impediva di prolungare il proprio divertimento oltre i cancelli del mattino, e cominciò così a far dei bei tiri gobbi al pover'uomo, ridendosela della grossa.
Per prima cosa gli nascose i vestiti, che per tutto il giorno successivo, il sovrano fu costretto a rattopparsi di lenzuola e per il freddo gli duolse ogni osso che aveva in corpo.
La notte seguente firmò tutte le leggi al contrario, e all'anziano re non bastarono tutte le erbe del regno per farsi passare il mal di testa.
Poi passò tutta la notte a nuotar sotto le stelle, nel lago oltre le mura del castello, così che furono i reumatismi a far da morsa il giorno successivo.
Infine si stropicciò per tutta la notte la faccia, che le rughe del giorno dopo parevano scavate del doppio.
E fu così che dopo mesi di tiri mancini, il sovrano si addormentò per l'ultima volta; perché è esclusiva sola, di chi ha avuto un giovane in sé, di poter vivere almeno un giorno da re.

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