giovedì 26 agosto 2010

Il diavolo che faceva il sarto - (carte estratte: 15 11 20)



Quenzo tra tutti i diavoli minori era di sicuro quello più elegante.
Aveva passato tutta la sua esistenza a svolgere la professione di sarto cucendo abiti per gli altri diavoli, ma il vestito più bello lo stava confezionando per se.
La materia prima non mancava, con pelli umane faceva rotoli di stoffe, le arterie erano degli splendidi fiocchi se venivano trattate nel giusto modo, le ossa affettate per bene diventavano ottime asole nelle quali far passare occhi come bottoni.
Per non parlare poi dei capelli, delle lingue e delle unghie; erano talmente tanti i pregi dell'organismo umano che ne avrebbe decantato le lodi per ore.
Arrivò infine il giorno in cui il suo abito era quasi pronto, mancava solo un ultimo piccolo tocco di classe, un bel paio di gemelli fatti con due teste: su una manica l'uomo e sull'altra la donna.
Dispiegò le agili ali e con un sol colpo di reni fu abbastanza in alto per trovare da quella posizione di vantaggio una coppia di sposi che facesse al caso suo.
Ed eccoli li, piccolini tra le tombe: un becchino e la sua signora.
Quenzo fu lesto e con le braccia forti li agguantò, portandoli con se più in basso di quanto loro non avessero mai scavato.
Nel giro di sei respiri, i malcapitati si ritrovarono due solide corde strette intorno alla gola, tese a tal punto che i colli si erano assottigliati come due mignoli.
Il diavolo prese le forbici pronto a far saltare le teste.
L'uomo che in quella stretta situazione non poteva parlare, disse con le mani "Ho una sfida da proporti e se vinci, la tua soddisfazione di farci saltare le teste sarà maggiore."
Mai sfidare un diavolo, poichè solitamente accetta.
Quenzo sciolse i lacci e porse l'orecchio all'uomo, che disse: "Io diavolo ti sfido ad una prova di forza contro la mia signora"
La donna, che era minuta come un filo d'erba e leggera come una piuma, fece un sorriso alla bestia.
Quenzo disse: "Fin troppo gracile per pensare di poter vincere un diavolaccio della mia stazza, ma se questa è la vostra ultima parola, sarò lieto di accontentarvi"
Il diavolo decise che non sarebbe stato abbastanza divertente sconfiggere la donna impegnando tutte le sue membra, così si staccò di netto le ali scattanti e le piegò sino a farle diventare il corpo agile di una fiera, poi fece altrettanto con le braccia possenti e le mise a mò di testa della belva, creando fauci poderose con braccia e avambracci, e delle dita fece una fluente criniera.
Il leone pronto ad attaccare la minuta signora si fece grosso e minaccioso, ma lei che per un'intera vita aveva scavato sepolcri era ben abituata a comunicare con le creature del profondo.
Bastarono poche parole dolci, quelle giuste, che la fiera era pancia all'aria desiderosa di coccole.
L'uomo fu lesto a far scattare il giogo intorno alla gola del diavolo ed altrettanto svelto fu ad usare le forbici di Quenzo per metterlo a nudo.
Povero diavolo!
Perse così ali e braccia, e incatenato per la collottola non proferì parola mentre guardava i due mano nella mano allontanarsi, seguiti dalla terribile fiera ormai innocua come un gattino.

Nessun commento:

Posta un commento