Ogni essere umano, ha due gambe.
Le gambe sono assai importanti, perchè senza di esse ci troveremmo in una strizzata d'occhi a rimaner senza amici.
Mio caro lettore, senza le tue leve non potresti più far passeggiate con le persone a te care, sarebbe fuor di questione danzare con la tua controparte e ben più difficile ti sarebbe portare al pascolo il bestiame, ammesso che tu ne abbia ben donde.
La storia che ti volevo narrare, parla proprio di gambe, ma non di due, bensì di cento, mille, centomille gambe; però il due centra, poichè tutto comincia dal poco.
Vi eran due fratelli, che poi eran due gemelli e cosa ben più grave erano in corsa per il trono.
L'uno era saggio, l'altro era scapestrato.
Non fu troppo difficile per il saggio averla vinta in poco, bastò dire che lo scapestrato fosse scapestrato e avesse rubato tanti soldi; che poi anche non fosse stato vero, esser riconosciuto saggio ti largisce certi bei privilegi.
Fatto sta che lo scapestrato fini sul capestro.
Patatran! La corda si tese e a quello gli si tirò il collo.
Ma nella morte violenta, alle tue gambe qualcosa di raggelante accade e son gli ultimi spasmi che ti portano a danzare nel momento del trapasso; e quell'immagine si stampò proprio così dritta nelle meningi del fratello saggio, che ad ogni istante che chiudeva gli occhi rivedeva il fratello far balletto per l'ultima volta.
Caro lettore chiamalo come vuoi, rimorso o abitudine, ma proprio quell'immagine non gli si levava dal capo.
Ogni notte, nel suo letto, l'ormai sovrano non riusciva più a tener le gambe ferme, e muovile a destra muovile a sinistra, la notte passava tutta a far di riposo balletto.
Poi arrivarono i giorni, e quello continuava a ballare, sedeva sul trono e danzava, dava udienza e danzava, sfilava in parata e danzava; che la gente cominciò a domandarsi se volesse rubar il mestiere al giullare.
Così un po' le risa si insinuarono nel volgo, tanto che il sovrano danzerino non pareva poi più così autorevole.
Ma io ve lo avevo detto che era il gemello saggio, mica era quello finito col collo tirato; e fece allor proclamare un editto: Immantinente in tutto il regno bisognerà danzar in sempiterno.
Che ci volle prima un po' per il volgo a capir cosa volesse intendere, ma quando chiunque fu pungolato dalla spada gli venne ben chiaro.
E fu così che cento, mille e centomille gambe cominciarono a danzare, per non far sentire il sovrano messo da parte.
Che poi balla oggi e balla domani, andarono tutti in ascesi e salvazione come un buon derviscio.
Mio caro lettore, ti dico che quindi quello che era saggio non fu più l'unico; ma poi si sa che cento, mille e centomille saggi, tutti in salvazione, fan presto a lasciarsi indietro la corda, che ha distaccato l'alma dello scapestrato, dalle lusinghe del mondo.
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