venerdì 7 dicembre 2012

La moneta sulla fronte - (carte estratte: 8 1 14 - tiraggio di Francesca L.)



Nessuno aveva scampo di fronte al giudice.
L'uomo aveva escogitato uno stratagemma per poter condannare con assoluta certezza ogni colpevole, in aula seduto in alto sul suo seggio, portava appoggiata alla fronte una moneta d'oro.
Potrà sembrarvi ridicolo, ma di sicuro non lo era per nessuno degli accusati, che ad ogni Toc! del martelletto, finivano dietro alle sbarre, chi per furto, omicidio, poco rispetto o solo desiderio.
La moneta sulla fronte del giudice era il suo terzo occhio, quello che riusciva a vedere più a fondo degli altri due.
Nessun imputato era in grado di distogliere lo sguardo dalla moneta, da quando entravano in aula quel disco d'oro catturava la loro attenzione; gli occhi fissi sulla fronte del giudice diventavano un'ammissione di colpa, per lui chi desiderava l'oro era capace di qualsiasi crimine.
Ad ogni sguardo insistito, un colpo di martello assicurava l'imputato alla giustizia.
Quanti colpevoli si erano avvicendati di fronte al terzo occhio del giudice.
Poi un giorno in tribunale, ci venne portato un macellaio fiero dei propri crimini.
Questi, sfacciato con le scarpe ancora grondanti sangue, si era macchiato di orribili crudeltà, scuoiando, sfilettando e disossando tutti coloro i quali avevano osato posare con troppa insistenza gli occhi su Angelica, sua moglie.
Lei era bella, gli altri tutti morti.
Ogni passo del macellaio verso il banco degli imputati, era accompagnato dal suono molle di quelle calzature inzuppate, il sangue formava piccole pozze come se l'uomo avesse ai piedi spugne; la carne era il suo cammino.
Il macellaio si fermò di fronte al giudice, che dall'alto banco colse con la base dell'occhio il rosso che si espandeva. Piegò lo sguardo attratto da quelle pozze, cercando però di non piegare la testa per non ammettere la propria eccitazione.
Era troppo in alto sul suo seggio per riuscire a vedere davvero le scarpe dell'accusato, così mentre quello cominciò a fissare la moneta d'oro, il magistrato si mise a fissarne le calzature cedendo all'inclinare la propria testa, in quel momento furono in equilibrio.
La moneta perse la presa e cadde dalla fronte del giudice colpendo il banco con un sonoro Toc!
Non fu così il martelletto a sancire la condanna, ma la moneta.
Il macellaio fu dichiarato innocente e il giudice perse il proprio mestiere.

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