domenica 1 luglio 2012

Le domande del figlio del prete - (carte estratte: 12 5 6 - tiraggio di Giulia B.)



Gli eventi di questa storia, che altrimenti sarebbero stati molto differenti, cambiarono all'improvviso il giorno in cui il figlio del falegname fece una domanda a suo padre falegname:
- Padre ma voi amate più me, che sono il figlio del falegname o i legni su cui guadagna il pane quello stesso falegname?
La questione che posta così potrà sembrar banale, scatenò una serie di circostanze dalle quali fu difficile riuscirne ad uscire: ogni domanda esige la sua risposta, ed ogni risposta necessita la sua ricerca.
Dovendo andare ad acquistar chiodi per il suo mestiere, il falegname partì per il villaggio riservandosi di dar quella sera stessa una risposta al figlio, ed essendo scrupoloso preferì prendersi del tempo per capire se amasse di più i suoi legni che quell'unico figliolo che gli era rimasto.

Per tutto il tragitto continuò - come ognuno di noi fa con le proprie domande - a rimasticar le parole del figlio, che suonavan tanto inaspettate per un padre che non avrebbe mai voluto dover mettersi a fare paragoni, tra ciò che è il proprio futuro e ciò che quel futuro lo rendeva possibile. Poiché l'artigiano quasi tutti e troppi figli aveva perso a causa della carestia del grano, quell'ultimo che gli era rimasto lo portava come fosse un gioiello nel cuore, e sui legni ci passava il giorno per non dover far mai mancare a quello il companatico sulla tavola.
Per quanto inaspettata possa essere una domanda, la risposta nella nostra società pare sia buona cosa non darla in modo troppo affrettato, che se si dà l'idea di dar giusta importanza ad una questione, si rende ancor più nobile e vera la replica alle orecchie di chi ti ascolta.

- Ma è mai possibile, che mi si chieda se il falegname ami più il figlio del falegname, che i legni del falegname?
E quella se la ripeteva cento volte in testa con la smania di colui il quale deve andare a verificare, tanto che giunto al paese, cominciò a chieder a destra e a manca la medesima questione.
Gli rispose bene a suo modo di pensare il fabbro, mentre egli comprava i chiodi dalla moglie.
- Questione semplice da districare - cominciò l'uomo mentre batteva sull'incudine -  Come può il falegname amare più i legni del falegname, che il figlio che gli chiede se il falegname ami legni o il figlio stesso del falegname?
- E' quello che sostengo anch'io, mio buon amico, torno indietro e glie lo dico io, che come può il falegname amare i legni del falegname del figlio del falegname?
Il fabbro disse:
- Esatto! Il falegname non può amare più i legni del figlio del falegname che i proprio legni: è giusto che ogni buon cristiano ami i legni suoi - continuò il fabbro. - Per fare un caso, saresti in errore a venir qui ad amare il mio cancello, che io che son fabbro non amo i tuoi legni… e figuriamoci i legni del figlio del falegname.

Il falegname pensò che fosse una risposta sensata, poiché non aveva mai pensato neanche per un sol istante di amare il cancello del fabbro: a qual pro inoltre lo avrebbe dovuto fare?
Vagando per il paese prima di rimettersi in cammino verso casa, continuò a pensare a ciò che aveva detto il fabbro, e più pensava che non amava nessun cancello, più per contrapposizione vedeva intorno a sé quanto bello ed utile fosse stato il proprio legno nella società.
Molte di quelle case avevan dentro la sua mano: chi aveva avuto una finestra, chi una porta, chi si era fatto fare uno steccato, chi un mobile, un tavolo o le ruote del carro.
Quanti legni suoi in quel paese: quasi come fossero tanti suoi altri figli.

Benché convinto di aver trovato una buona risposta da dare al proprio figlio, vide la Rosina affacciata ad una delle finestre che egli stesso aveva messo insieme, e volle avere anche da lei un'opinione.
- Rosina! ma secondo te: è giusto che il falegname ami più i cancelli del fabbro che i legni del figlio del falegname?
E tutto questo lo faceva abbracciato alla staccionata della casa (l'amava molto la sua opera).

La Rosina, un po' stranita da quella situazione, cercò di dare una risposta al falegname, che nel mentre si strusciava di vero amore ai legni che per le vie eran sparsi.
- Falegname, la risposta alla tua domanda è presto detta, più che ferro ami il legno di cui i tuoi figli son fatti - alludendo a ciò che l'uomo in quello stesso momento abbracciava. - Dopo tutte quelle morti di carestia, non par vero neanche a te di trovarti con tanta prole.
- Grazie Rosina! Ora è tutto chiaro: il falegname ama i legni del falegname e non i cancelli del figlio del fabbro! Devo tornar subito alla mia casetta per dirlo a tutti i legni che reggono i cancelli dei fabbri. Ma prima me ne vado dal prete che mi voglio confessare. Ho pensato a cose brutte per essere padre, che a certe domande non si deve cercare una risposta, ma la si deve solo dare.
La Rosina di corsa se ne rientrò in casa, perché quello che aveva visto lo doveva subito andare a raccontare: il falegname oltre ad amare i legni con trasporto, aveva peccato tanto che gli era necessario andarsi a confessare!

Le donne cominciarono a parlare, e alla fine la verità venne a galla.
I fedeli a dirla tutta, una cosa così non la potevano accettare.
Eh si! perché quello stesso giorno, fu chiaro che il falegname peccatore andò dal prete per poterlo ricattare, e nel buio della sacrestia, di figli amati si sarebbero di sicuro ritrovati a parlare: e cosa aveva detto il falegname?
Se non sbaglio la domanda era: Ma il prete ama più il proprio figlio dei legni che reggono il cancello del figlio del fabbro, glie la farò pagare?

Per la santa misericordia! il prete nonostante i voti aveva un figlio, e tutti cominciarono davvero a mormorare, tanto che vedendo quello parlar con il falegname capirono subito come erano andate le cose: dovevano salvare il figlio del curato, rapito da quell'immorale.
Seguendo il falegname sino a casa videro che in effetti un bimbo gli venne ad aprir la porta.
- Sembra il figlio del falegname.
- Ma non eran tutti morti i figli del falegname?
- Chetati Bertrando! Facci sentire!
E zitti zitti, da lontano, si misero ad ascoltare.
- Caro bimbo nonostante non sia ancora giunta sera, ora è chiara la risposta alla domanda che mi volevi domandare: io che sono falegname non amo i cancelli del prete, che coi legni del figlio, farebbe cancelli più solidi di quelli del padre del fabbro.
- Ma allora mi ama mio padre?
- Solo il prete lo sa!
E i contadini:
- Visto che è il figlio del prete!
Gli furono addosso prima che il bimbo potesse replicare, sacco in testa con due belle bastonate e figlio del prete salvato dal rapimento.

Il curato a questo punto venne accusato di peccato mortale e immorale, ma a qualcuno venne in mente che sono in due che quel peccato lo avrebbero dovuto scontare: si accusò così la perpetua che al prete aveva svolto il servizio del dargli un figlio.
Quella in tutta questa confusione si difese sostenendo che poiché l'infante aveva ben cinque anni, all'epoca del concepimento lei non era in quei luoghi, avrebbero quindi dovuto chieder bene a quell'altra ex perpetua di confessare: la Rosina!

La corda non si fece troppo attendere, e la Rosina finì anch'ella gambe all'aria nella piazza del paese, insieme a quel prete blasfemo ed al rapitor ricattator falegname.
Giunse così la sera che eran tutti pronti ad accendere un bel fuoco sotto a quei tre polli, e me lo ricordo proprio bene, come se quell'istante si fosse congelato, che il figlio del curato in quel momento fece la domanda che non era riuscito prima a fare al padre.
- Ma cos'è che il prete sa che mio padre non può sapere?

Il fabbro disse: - Ah non lo so! Io so che amo i miei cancelli.
- E' vero! - dissero tutti
- Io amo Bertrando!
Disse la Rosina a testa in giù, e Bertrando cominciò a fare i salti di gioia.
- Io amo tutti i miei figliuoli, quelli morti per la carestia e quello vivo che fa domande strane!
Disse il falegname, ancora appeso a testa in giù.
Fu il momento del prete, che non capiva bene cosa fosse successo e perché si trovasse in quella situazione.
La piazza si guardò tra sé e sé, aspettando.
- Per l'appunto: ma cos'è che il prete sa che non può sapere?

L'uomo di Dio non disse nulla: probabilmente perché eran più le domande che in quel momento si voleva fare, che le risposte che poteva sostenere.

Slegarono tutti e tre, che mica li potevano bruciare senza una buona risposta ad una buona domanda.

La Rosina fini tra le braccia del Bertrando, il falegname tra quelle del figlio, e il prete non finì tra le braccia di nessuno, ma tra gli sguardi di coloro i quali aspettavano una risposta.
E nessuno fu messo più al rogo. Non perché fossero stati perdonati, ma la questione veniva solo rimandata al giorno in cui il curato si fosse deciso a dare una risposta convincente a chi da lui andava, per porre quella sola e singola domanda:
- Cos'è che uno sa che non può sapere?

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